C’è chi nel 1999 temeva il collasso dei sistemi bancari, chi l’apocalisse nucleare, e poi c’è Kyle Mooney che ha pensato: “E se il millennium bug fosse una scusa per far ammazzare gente da tostapane e Tamagotchi impazziti?” Il risultato è Y2K, un film che parte come una commedia adolescenziale e che sembra scritto da uno che ha visto giovani diavoli e ha detto: “Facciamolo, ma con più modem.”
L’idea è carina: un gruppo di liceali outsider si ritrova a una festa di Capodanno.
Fin a qui tutto bene. Ma poi scocca la mezzanotte e parte il delirio: la tecnologia si ribella, elettrodomestici assassini, robot assemblati con lettori CD trapani, e un’intelligenza artificiale chiamata “Amalgamation” che sembra uscita da un forum di hacker del 2002. Il film ha ritmo, ha citazioni a raffica (alcune anche geniali), e riesce a evocare quel disagio adolescenziale di fine anni ’90. Y2K è un delirio adolescenziale che non chiede il permesso. Tanti personaggi usa-e-getta, troppe gag che sembrano sketch da Saturday Night Live infilati a forza, e una trama che cambia genere ogni venti minuti: da teen comedy a horror splatter a buddy movie post-apocalittico. La goliardia regna sovrana!!! E quando finalmente sembra voler dire qualcosa… lo fa con un robot che viene distrutto con un bicchiere d’acqua. Sì, davvero.
SARÀ UN SUCCESSO GARANTITO PER IL PUBBLICO NOSTALGICO: Non è un film che vuole insegnarti qualcosa. Vuole solo farti divertire, farti ridere, e farti pensare: “Ok, se il millennium bug fosse successo davvero… magari sarebbe stato figo così.”