Se siete tristi, se la vita vi va al contrario, se non riuscite ad andare al cesso, sappiate che nel mondo c’è chi è messo peggio. Tra tutti, Morrone, che non sa recitare ma nessuno glielo ha mai detto e lui continua. Subservience dovrebbe raccontare in teoria, di un mondo futuristico in cui le IA surclassano la forza lavoro umana e tentano di conquistare il mondo. Ma qualcosa non va, tipo la coppia protagonista. Marrone che lavora come caposquadra in un cantiere, non si capisce da dove prenda i soldi per comprarsi un robot sofisticatissimo, dal momento che non è un CEO di una grossa azienda e deve pure pagare le spese d’ospedale per la moglie, la quale ha bisogno di un trapianto di cuore. Megan Fox che interpreta il robot, completamente inespressiva il cui unico desiderio è mettere le mani nei pantaloni di Morrone per misurargli la pressione. Mi sa che devo cambiare medico di famiglia allora. Ora, Lui cerca di essere credibile nella parte, ma ci sono due problemi: la recitazione e la recitazione. Se ti chiamano dall’ospedale e ti dicono che il cuore che aspettava tua moglie lo stanno dando ad un’altra persona, il minimo che potresti fare è andare lì e spaccare tutto, piangere, gridare, mille miliardi di cose. Di sicuro l’ultima cosa a cui penseresti è tornare a casa e sbatterti, bendato, il tuo robot, con la scusa della pressione. Che poi vorrei capire come sia fisicamente possibile bombarsi un robot, dove lo infili? C’è una presa USB? Una presa d’aria? Serve il wi-fi? Domande a cui non troverò risposte. E mentre Morrone ha in mente l’unica cosa che da secoli lo perseguita, la figa, a Megan tutto ciò non dispiace e tra una misurazione di pressione e l’altra, attua il piano per conquistare il suo “padrone”. Perché si sa, conquistare il mondo è robetta da Terminator, farsi riempire le porte USB è più romantico. Per quanto riguarda me invece, adesso ho un solo obiettivo, cambiare medico di famiglia, voglio anch’io un controllo della pressione alternativo