01 Settembre 2022By

Regia: Le-Van Kiet |
Anno: 2022 |
Nazionalità: U.S.A. |
Produzione: Film Bridge |
Durata: 89 min |
Voto 0 su 5

Per quanto io sia un grande appassionato di squali, intesi come esseri viventi e non come burattini per produzioni pseudo cinematografiche, non posso fare a meno di guardarmi TUTTI i film che escono ogni anno.
E fidatevi di me, in un anno ne escono almeno dieci, che non sono pochi, ma per me che me li voglio subire, sono anche troppi.
Specialmente quando su dieci film, uno solo è quello buono. Ma non accade spesso.
Sharks - Incubo dagli abissi non è solo "brutto", perché di brutti ma belli ce ne stanno a bizzeffe, questo è l'apoteosi della monnezza.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama.
Marito e moglie, a causa di una gravidanza persa hanno bisogno di una vacanza, una sorta di elaborazione del lutto.
Decidono di andare in Vietnam, in un resort che affitta case/camere in mezzo all'oceano.
Figo è figo, però se il meteo e la ragazza alla reception, ti dicono "nei prossimi giorni ci saranno tempeste molto forti", cosa cazzo restate a fare lì?
Detto fatto, la notte arriva una tempesta da fine del mondo: i protagonisti si allontanano dalla riva e finiscono in mezzo al nulla, circondati solo dal blu dell'oceano.

In due, non ne azzeccano mezza.
Lui quasi si spezza una gamba, perché anziché spostarsi mentre il letto gli va addosso, resta immobile.
Magari voleva spostarlo col pensiero, era un X-Men ed io non lo sapevo.
Lei oltre a recitare come un cane randagio (nelle scene dove dovrebbe piangere,ride, e dove dovrebbe ridere, piange) per più di metà film, in una situazione drastica come quella in cui si trova, riesce a dare fuoco (letteralmente) alla casetta galleggiante dove alloggiano, facendo rimanere lei e lui sopra una tavoletta di legno.

APPLAUSI, SOLO APPLAUSI.

Se chiami un film Sharks - Incubo dagli abissi, fammi vedere almeno uno squalo, non ne voglio venti, uno solo.
E invece in un'ora e mezza di film, per vederne uno ho dovuto aspettare un'eclissi lunare e che mi dessero la pensione.
Recitazione pessima, ma la regia non è da meno, qua e là inutili inserimenti di rallenty.
Ma ammetto che la scena che merita di più è l’incendio della casetta. Lì ho sorriso, sono una brutta persona.

Ah, c'è anche il rallenty di uno squalo che salta dal Machu Picchu e arriva in Vietnam, sopra una barchetta. Inutile dire che la barchetta si capovolge soltanto, né si scheggia né si spezza, e non parte nemmeno uno schizzo d'acqua.
Insomma, credibile come Hannibal Lecter ad un raduno per vegetariani.

"Avevo una casetta piccolina in Vietnam... Ma un giorno, per dispetto, una cogliona l'incendiò. A piedi poveretto senza casa lui restò..."

0 birilli, altrimenti danno fuoco pure a quello...

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