03 Gennaio 2024By

Regia: Aki Kaurismäki |
Anno: 2023 |
Nazionalità: Finlandia |
Produzione: Sputnik, Bufo, Lucky Red |
Durata: 81 min |
Voto 4 su 5
Devo ammettere con rammarica sincerità che non conoscevo Aki Kaurismäki, prima di “Foglie al vento”. Non solo,scopro solo adesso tutta l’opera omnia dietro a quest’ultimo capolavoro.

In concorso e vincitore a Cannes 2023, il regista ha definito quest’ultima pellicola una "continuazione" della sua trilogia composta da Ombre nel paradiso (1986), Ariel (1988) e La fiammiferaia (1990).

In Foglie al vento due anime, della fredda Helsinki, finiscono per incrociare le loro vite: si avvicinano, si allontanano, si avvicinano e si allontanano. Sempre con delicata rassegnazione.

Ho cercato, invano, per tutto il film un piccolo accenno di entusiasmo da parte dei protagonisti. L’ho desiderato talmente tanto da rendermi conto, solo alla fine che la mia mira non avrebbe avuto senso.

A riguardo, l’autore non mostra il ben che minimo accenno a voler presentare i suoi personaggi deliziati dalla vita. Per
tutto il film si accavallano momenti di profonda e algida amarezza ad altrettanti momenti di mestizia, talmente potente che ho persino riso di tutto questo.

Potrei aver chiaro il messaggio che Kaurismäki abbia voluto trasmettere con prepotenza. Da un lato, a fare da sfondo vi è una insopportabile situazione lavorativa finnica, dall’altro, a vivere tutto questo tormento ci sono loro, glaciali personaggi neanche più in grado di cercare qualcosa di differente; quasi a raccontarci che una devozione cinematografica non può che passare unicamente da un raccoglitori di immagini depresse, statiche e con colori annientati affinché lo spettatore non si concentri su nessun’altra bellezza se non su l’inesistenza della felicità odierna.

81 minuti decisamente dolorosi, ma che a pensarci non avrei voluto fossero stati diversi. Nulla, neanche maggior delicatezza, avrebbe reso questo film meglio di come è apparso.

Non posso dire che il cinema di Aki Kaurismaki, sia esclusivo, ma senz’altro, in Europa regge bene il podio.

Ultima postilla, ma non per importanza, e degna di nota, Aki Kaurismaki non lascia nulla al caso, disseminando lungo
tutto il film, omaggi e memorabilia di un’altra epoca: come a sognare tempi andati, o a sottolineare l’immutazione degli eventi?

Lascio a voi, pensare cosa sia peggio.

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