11 Novembre 2022
Esistono film che non esistono, che non
dovrebbero esistere, ma non sapendo di non esistere, esistono.
Se non ci avete capito nulla da queste prime
righe, perfetto, significa che non avete visto questa meravigliosa opera. La
leggenda narra esista una versione uncut da 148 minuti, per fortuna ABBIAMO
visto quella da 90, anche se l’abbiamo iniziato lunedì ed è finito domenica. INTERMINABILE.
È un po’ come il "famoso"
discorso di Einstein, quello in cui se ti baci con una bella/o ragazza/o
un’ora ti passa in un secondo mentre se ti bruci toccando una pentola bollente,
un secondo ti dura un’ora.
A livello di sensazioni, Dickshark è come quando ti immergi in una vasca piena di cobra, nudo. Scrivere qualcosa della trama è difficilissimo, dal titolo si intuisce che è un film di m***hia (letteralmente) ma per il bene/pene della società, ci proverò.
Dickshark inizia
nel migliore dei modi, con una donna nuda che per togliersi la lingerie ci
mette tipo 9 minuti. Pensa se doveva cagare…
Nel frattempo, un tizio nel bagno prova un
(lubrificante?/preservativo?/crema?/) non so che, una sorta di prodotto
miracolante, tipo quelli che trovi come banner nei siti porno dove trovi
scritto "da 12 a 54 cm". Un missile, uno sterminatore in pratica.
Fatto sta che sto prodotto ha un effetto collaterale bizzarro, gli trasforma il
pene in squalo di gomma.
E così, aizzante e pimpante, si adagia nel
letto con la donzella, cerca invano di squaleggiarla, ma non entra. Squalo
troppo grande. E se vi sembra ambiguo questo, aspettate di leggere il resto.
Il giovane, deluso per la non avvenuta
copulazione, corre in bagno e mentre (non si sa come) urla per un dito mozzato
dalla sua stessa m***hia*/squalo, quest’ultimo si stacca e si tuffa nel cesso.
Questo è un passaggio molto importante, perché da lì si capiranno i futuri
spostamenti del Dick.
Dal cesso di un albergo finisce
inspiegabilmente nella vasca da bagno di una rossa tatuata, che inizialmente lo
scambia per un pupazzo di gomma, poi intuisce e si lascia andare in espressioni
facciali dubbiose. Tant’è che mi sono anche chiesto se stesse soffrendo o
gioendo.
Dalla vasca finisce in un bosco, dal bosco in
un laghetto (c’è anche una scena bellissima dove per scappare dalle grinfie di
una pescatrice, spruzza due litri e mezzo di latte. Uno squalo. OK.
Ovviamente, da piccolo e gommoso che era, azzarderei anche morbido, diviene via
via più grande, tipo MEGALODONTE e se ne va in giro con un pene sulla
pinna, a cercare di incrementare le nascite.
Potrebbe sembrare divertente, ma non lo è.
Perché non c’è solo lo squalo, ma una tarantola gigante
che spunta dal nulla nel bosco e fa sesso "umano" con una tizia, un
metallaro sporcaccione che se ne va in giro a toccare tette, annusarle e a
controllare se siano simmetriche.
Non so che tecnica usi, sinceramente, ma
funziona meglio dell’uomo nudo di HIMYM.
Poi c’è un pelato che bacia statue e complotta
qualcosa con le ragazze contro il metallaro, e che alla fine si lascia andare
ad un monologo, su una panchina.
Foscolo, signore e signori.
Sul finale posso solo dirvi che mi sono
emozionato per un momento.
Non perché sia successo qualcosa di
meraviglioso, ma perché ho visto i titoli di coda.
La luce in fondo al tunnel.
Bill Zebub per me
è un maestro, un genio.
Uno che non fa film, crea direttamente opere
di merda di cui non sentivamo il bisogno, ma sono lì, ad accoglierci, con un pene/squalo
in agguato…
Non esiste qualcosa peggiore di Dickshark.
Voto: non gli do 0 birilli, gliene do 5. Ci sono le tette…
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