31 Ottobre 2022
Una volta, verso la fine degli anni '80 si diceva: "Il rap in italiano non si può fare...è una questione di metrica: suona male".
Gruppi italiani esistevano, come per esempio gli Unpercento, o anche i Radical Stuff (tra cui Gruff, Kaos, Skizo), ma come dice la voce narrante del
documentario, impersonata da Ensi : "Quando la puntina gira, i testi sono ancora in inglese".
Poi, prima dell'avvento della trap, si è persino sentito qualcuno dire: "Gli italiani che cominciavano erano scarsissimi"...
In questo documentario di un’ora e mezza (più qualche intervista nei contenuti speciali) potete rivivere come in italia ha preso piede il rap italiano.
Ensi ci racconta la linea temporale quantomeno discografica del genere in italia, poi naturalmente non è tutta la storia : questa non può che essere custodita in ogni realtà vissuta e
che non si può raccontare in quanto bagaglio di esperienze personali frammentate tra loro (insomma questa è una storia, non l'unica storia!!).
Possiamo però "accontentarci" di mettere insieme un po' di pezzi del puzzle attraverso le interviste ai volti della "Golden Age del Rap italiano" come Dee Mo -
Kaos One - Colle der Fomento - Esa el prez - Frankie HINRG - Next One - Neffa - ICE ONE - Dj Double S - Fritz da Cat - Fabri Fibra - Assalti Frontali - Tormento - J-Ax e altri.
Il documentario racconta tutta la parte dagli anni '90 fino all'inizio del nuovo millennio. Inevitabilmente qualcuno di molto importante è solamente citato, e citato sicuramente troppo poco (vedi Carrie-D), qualcuno di molto importante non ama certi palcoscenici (vedi dj Gruff) e forse qualcuno, che seppur presente nel periodo (e nel documentario), non ha mai veramente amato la cultura di quella magia (vedi Paola Zukar : è lei che dice la frase sugli italiani scarsissimi).
Dalle posse dei centri sociali, passando per l’Indelebile del 1994 di Rimini fino alle nuove generazioni del 2000 (che ormai rientrano nei vecchi), viene ricostruito un periodo in cui internet praticamente non esisteva e youtube non ce lo si poteva nemmeno immaginare. Un periodo che non sarebbe mai esistito senza passaparola, condivisione di esperimenti, voglia di fare propria e dare un identità ad una cultura, che in america nel frattempo aveva ormai invaso lo showbusiness, e che in italia era in fermento.
Bello : da guardare tenendo sotto mano un foglio per appuntarsi tutti gli album fondamentali da recuperare come SxM dei Sangue Misto (alla posizione 25 della classifica dei migliori 100 album italiani di sempre secondo Rolling Stone).
Due sono i passaggi in particolare che mi sono piaciuti di più:
il primo è quando Kaos One racconta la sua meticolosità nello scrivere i testi delle sue canzoni dedicandoci anche mesi per ognuna "perchè...perchè c'è questa cosa qua che il disco ti sopravvive..."
il secondo è alla fine quando Neffa dice :"...se uno mi dicesse: dovrai rivivere gli scazzi le separazioni...che ne so...la perdita di quello che hai avuto, pur di poterlo rivivere per un attimo...Ma sì! Perchè comunque sono stati anni bellissimi...prima che arrivasse tutto."
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