11 Agosto 2022
Quando si parla di letteratura giapponese, il pensiero comune va a quegli scritti lenti, sentimentali e un po' spirituali. Ciò non lo ritroviamo però in un libro come Blu quasi trasparente di Ryu Murakami.
Blu quasi trasparente è una lettura che normalmente si catalogherebbe, nel cosiddetto Shishōsetsu o romanzo dell'io, ma in questo caso possiamo constatarne altre caratteristiche.
Prettamente di proprietà giapponese, questo genere nasce nei primi anni del '900, dalle mani di Shymazaki Toson e Tayama Katai, fervidi credenti del naturalismo come ricerca dell'individualità.
L'obiettivo narrante doveva essere rappresentato dal lato più oscuro della società o della vita dell'autore stesso. Per la prima volta non è utilizzato quel tono distaccato tra narratore/lettore, ma uno maggiormente confidenziale, non solo nel linguaggio: una confessione.
La fotografia rappresentata da questo genere di romanzi è forte, diretta, senza filtri. Se ne dà talmente importanza, tanto da non voler approfondire i tratti identitari o i connotati caratteriali dei personaggi, che diventano oltremodo i meri esecutori dell'esperienza.
Non a caso, Murakami, all'età di ventiquattro anni è insignito del più meritevole premio letterario del Giappone: il premio Akutagawa.
Ryūnosuke Akutagawa è stato uno scrittore giapponese, nelle cui mani il romanzo dell'io è divenuto un mezzo potentissimo. Egli descriveva la letteratura come uno strumento per percepire il senso, il suono e la forma della lingua, definendo così un risolutivo distacco da quel naturalismo e realismo che ha sempre caratterizzato la letteratura giapponese dell'io, fino a quel momento.
In uno stile narrativo per cui è impensabile la terza persona, l'idea di Ryu Murakami in Blu quasi trasparente è quella di raccontare, più che mai, anche con la dovuta sofferenza, l'apatia dei suoi personaggi. Benchè l'etichetta di romanzo dell'io ci possa riportare ad una raffigurazione poetica, questo non avviene perchè i temi trattati sono la droga, la violenza,
la sofferenza, il trauma, la depressione, affrontati con un linguaggio schietto e doloroso.
Il personaggio si perde nella distruzione della sua vita, dei suoi valori e dei suoi obbiettivi, surclassando l'io dell'autore, a favore del personaggio.
Blu quasi trasparente racconta della vita di cinque ragazzi, ed è ambientato alla fine degli anni '70 nei pressi della base militare americana di Yokota. I ragazzi si abbandonano all'apatia terrena, cercando quella mancanza di entusiasmo negli eccessi della droga, del sesso e della musica. L'autore non fa niente per tessere la tela di una possibile empatia,
ma si limita a descriverli per quelli che sono: fragili, indifferenti e superficiali.
Tutto questo raccontato nella forma più realistica, complice un mondo che non aiuta, ma partecipa alla disgregazione del proprio essere.
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